Chiedo scusa. Ma tanto… cosa cambia?

Enrico_Letta_2013.jpgIl premier Letta chiede scusa alle generazioni che hanno il futuro bruciato e ai giovani che sono costretti a emigrare. Lo fa con una mielosa missiva ai giornali, su La Stampa in particolare.

“[…] Le scuse a nome di una politica che per anni ha fatto finta di non capire e che, con parole, azioni e omissioni, ha consentito questa dissipazione di passione, sacrifici, competenze[…]”.

Se queste parole le avesse scritte un pentito in tribunale o un cittadino comune,  i giudici avrebbero aperto un’inchiesta per sapere nomi, azioni e dissipamenti. Verbalizzate dal nostro Presidente del Consiglio è cosa buona e giusta, normalità italiana.

Una politica che per anni ha fatto finta di non capire conparole, azioni e omissioni”. Parole, azioni e omissioni, vi rendete conto della pesantezza di questa parole? Il nostro Presidente sta certificando con l’originalità delle sue parole il disastro che la politica italiana, volutamente, perché bisogna sottolinearlo, ha causato al nostro paese e alle generazioni che ne stanno vivendo le conseguenze.

Certifica che ci hanno strappato la speranza e la fiducia e adesso ci chiede scusa. Non solo, ci fa appello di ritrovare il senso alto e nobile del servizio al Paese, ognuno facendo per bene ciò che gli compete, portando la sua pietra.

Ill.mo Presidente Letta, ma se la prima pietra angolare non è stata mai posizionata a Nord-Est, per come tradizione vuole, come può pretendere la solennità e la solidità dell’edificio? Come può fare appello al senso alto e nobile del servizio al Paese quando a governare siete gli stessi di quelli che hanno causato questo enorme disastro?

Le sue parole mi sanno di retorica, un discorso sul discorso, senza una minima sostanza. Un giro di parole per generare il fenomeno emotivo su chi la legge, un tentativo per depistare e farci scordare quello che Lei e altri hanno rappresentato per questa nazione, la mia nazione, la nazione degli italiani, non certo la sua o di chi siede in Parlamento da 20 anni.

È un errore imperdonabile, qui le faccio ragione, acconsento, ma aggiungo che è stato e continua a essere un crimine contro l’essere umano, in particolare contro l’italiano, il fratello che mangia il fratello.

Se potessi vi manderei al confino, ma non ho il potere di farlo. Sarebbe forse ora, considerato che riuscite sempre a detenere il potere, che siate Voi a cercare quel senso alto e nobile del servizio al Paese e non i cittadini che subiscono pressioni ogni giorno rimettendoci spesso la vita. I cittadini quel senso alto e nobile lo pagano ogni giorno.

Che ne pensa Presidente?

Adriano Nicosia

Chiedo scusa. Ma tanto… cosa cambia?ultima modifica: 2013-06-06T12:03:00+02:00da percorsisicilia
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