Intervista VoceGiovane 05/09/2007

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Parlando di energia alternativa e risparmio energetico, quale realtà ha trovato al suo insediamento?

Parlando di questi temi nulla.

 Quali i suoi progetti?

Appena mi sono insediato ho voluto subire capire com’era organizzata la ripartizione Ambiente.

Fatto questo sto procedendo al suo potenziamento con risorse umane che abbiano la competenza di stilare progetti per risparmiare energia e di conseguenza il denaro per il taglio delle bollette. Progetti che non sono solo pannelli solari. Nel pacchetto di agevolazioni per chi sceglie il risparmio energetico con le fonti rinnovabili, il governo ha inserito nuovi incentivi per chi preferisce il fotovoltaico, ossia l’impianto in grado di produrre anche energia elettrica. Le novità sono contenute in uno dei decreti della “lenzuolata energetica”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e in vigore dal 24 febbraio. Grazie al nuovo sistema, saranno garantiti incentivi a tutti gli impianti che entreranno in funzione entro 14 mesi a partire dal prossimo mese di maggio, senza la necessità di graduatorie e numero chiuso. Il rimborso per le spese di produzione va da un minimo di 40 centesimi per kilowatt prodotto dagli impianti con i pannelli a terra, fino ai 49 centesimi per quelli integrati negli edifici. Gli incentivi sono erogati per 20 anni, sono indicizzati all’inflazione, ma questa agevolazione non è comulabile con altre detrazioni. In compenso è previsto un premio con un aumento dell’incentivo fino al 30% per chi diventa totalmente autosufficiente o risparmia di più.

 

Parliamo di ambiente…..

 

Parlare di ambiente oggi significa parlare di un argomento molto importante per i tempi odierni.

Fino a qualche tempo fa, questo tipo di sensibilità verso il territorio e l’ambiente in generale, non sfiorava le menti di nessuno. Oggi finalmente cominciamo a capire che per vivere meglio, per innalzare la qualità della vita, bisogna anche partire dal rispetto di ciò che ci circonda. Tendere sempre verso lo sviluppo non dimenticandoci di rispettare madre natura.

L’«emergenza ambiente » è alla ribalta della politica internazionale da un trentennio. Il 1972, anno di pubblicazione del famoso rapporto I limiti dello sviluppo,  è anche l’anno della prima conferenza mondiale sull’ambiente, conclusasi con due importanti atti. Il primo è la Dichiarazione di Stoccolma, che sancisce il principio per cui il «bene ambientale » è un patrimonio collettivo, la tutela del quale rientra nei compiti prioritari dai singoli Stati. Il secondo è l’istituzione da parte dell’ONU di uno specifico per l’ambiente, l’UNEP.

Tendere verso uno sviluppo ecocompatibile comporta l’osservanza di alcuni principi di fondo che possono essere compendianti in tre punti:
1) rispetto della capacità ricettiva dell’ambiente: ciò avviene ponendo dei limiti alle emissioni globali di sostanze inquinanti;
2) evitare l’esaurimento delle risorse minerarie ed energetiche non rinnovabili: ciò avviene stabilendo delle quote minime di riserve naturali da destinare agli usi delle future generazioni;
3) consentire lo sviluppo dei paesi del Terzo Mondo, garantendo loro di accedere a una porzione delle risorse esauribili e non rinnovabili corrispondente alla propria popolazione (principio di equità ).
Alla base di ogni strategia per limitare gli effetti e la portata dell’inquinamento ambientale nella prospettiva di una sviluppo sostenibile sta l’adozione di tecnologie produttive pulite, che consentano di impiegare nel modo più razionale ed economico possibile le risorse (materie prime ed energia) e, al tempo stesso, di minimizzare la quantità di rifiuti e residui (gassosi, liquidi e solidi) connessi alla fabbricazione e all’uso dei prodotti.

Inoltre, si potrà evitare gran parte dei danni provocati dall’inquinamento solo conoscendo a fondo le modalità di diffusione, di dispersione, di interazione degli inquinanti, valutando con cura le possibili conseguenze sugli ecosistemi derivanti dall’impiego di nuovi prodotti o dallo smaltimento di scorie o rifiuti vari connessi con nuovi processi di lavorazione, ubicando, dimensionando e strutturando centri urbani e aree industriali in modo da non pregiudicare gli equilibri naturali. Pertanto occorrerà disporre di una rete di controllo fitta e sensibile per il rilevamento su scala mondiale dei molteplici parametri che entrano in gioco nell’inquinamento; inoltre bisognerà attivare un’organizzazione internazionale che promuova lo sviluppo e la diffusione di metodi efficaci per la lotta alle varie forme di inquinamento.Alcuni esempi di intervento a difesa dell’ambiente sono:
Risparmi energetici conseguiti recuperando il calore a bassa temperatura emesso nelle centrali termoelettriche e disperso nell’ambiente: attraverso la produzione combinata di energia elettrica e calore (cogenerazione) l’energia termica può essere utilizzata in impianti centralizzati per il riscaldamento a distanza (teleriscaldamento) di abitazioni.
Riciclaggio dei rifiuti solidi al fine di recuperarne componenti utili (per esempio, carta, metalli, plastica, vetro) attraverso la raccolta differenziata.
Impiego di combustibili “puliti” (come il metano per usi domestici) o a basso tenore di zolfo (responsabile della formazione di biossido di zolfo).
Riutilizzazione delle acque di scarico industriali, previo trattamento all’interno della stessa fabbrica di provenienza o di stabilimenti vicini.
Depurazione capillare delle acque di scarico dei centri urbani.

Introduzione in agricoltura di pesticidi più selettivi e nel contempo meno dannosi, unitamente al ricorso a mezzi che ne limitino l’impiego (per esempio, lotta biologica, coltivazione di varietà più resistenti ai parassiti). Applicazione di marmitte catalitiche agli scarichi degli autoveicoli (e limitazione del traffico urbano attraverso il potenziamento dei trasporti collettivi e la creazione di isole pedonali).
Ottimizzazione dei cicli produttivi per ridurre il volume e il carico di inquinanti.
Costruzione degli insediamenti industriali in zone ventilate.

Come vede l’argomento è abbastanza vasto e bisogna intervenire con cura. Interventi che devono essere dettati da particolari norme nazionali ed europee.

 

Lei ha le idee abbastanza chiare in tema. I cittadini di San Cataldo potranno ritenersi fortunati?

La salute dei cittadini è la priorità dell’amministrazione e dell’Assessorato che rappresento.

Applicherò quanto mi è possibile affinché la città di San Cataldo abbia  i più elevati standard di qualità ambientale.

a cura della giornalista Sonia Giugno

Intervista VoceGiovane 05/09/2007ultima modifica: 2008-01-27T00:30:00+01:00da percorsisicilia
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