Deboli, ricchi & sanità

sanità.jpgIn una stanza di un grande ospedale pubblico ci sono due letti, due malati. Uno è assistito in intramoenia, cioè paga per avere il servizio, come se fosse in una clinica privata; l’altro è un assistito perché ne ha o ne avrebbe diritto. Il primo ha scavalcato qualsiasi lista di attesa ed è seguito con particolare diligenza e attenzione, il secondo ha dovuto fare una lunga trafila, paga il suo diritto con le tasse e chi lo cura deve tenere conto dei budget e delle restrizioni. Il primo può ricevere le visite dei suoi parenti a qualsiasi ora del giorno, il secondo no. Forse nel pomeriggio potrà pure prendere una tisana con i pasticcini e potrà anche decidere di offrirne qualcuno al secondo, nel peggiore dei casi lo lascerebbe anche guardare. Migliaia di malati si rivolgono ogni giorno ai centri di prenotazione per curarsi e i tempi delle liste di attesa sono molto spesso irragionevoli. A questo punto, molti di loro, optano per l’intramoenia e mettono mano al loro portafoglio.

Questa è quella che si chiama “libera professione intramoenia” istituita nel ’99 con la riforma Bindi, scritta dall’attuale ministro della salute Balduzzi, risultato di un accordo con i sindacati medici ospedalieri che accettavano di essere sottopagati dal pubblico ma con la facoltà di rifarsi sul privato cittadino. Pensate che in questo sistema le lunghe liste di attesa per il povero signor “diritto” non siano state generate dalla possibilità d’incassare in intramoenia? Pensate che Monti, con le sue dichiarazioni sulla sanità, non stia proprio agevolando il sistema sanitario basato sul denaro e sul reddito? Dov’è finito il Welfare, la difesa del cittadino debole? Edificheremo il diritto ad accedere al servizio pubblico sanitario solo sulla base del Dio danaro?

Sono domande che ci dobbiamo porre, visto l’andamento della curva iperbolica della sofferenza italiana.

Sempre sull’intramoenia i Nas, indagando su una piccolissima parte del sistema sanitario, hanno denunciato 365 medici per aver preso denaro dai malati per visite effettuate per conto delle aziende ospedaliere e per aver dirottato pazienti nei propri studi privati (quotidianosanità.it 17 febbraio). È ampiamente dimostrato che quando soldi e medici s’incontrano non è infrequente degenerare nella speculazione.

Allora chi è che genera e ha generato il deficit della sanità, il cittadino o un sistema corrotto? Qual è il metodo miglior per creare una sana sanità a misura anche del cittadino più debole, senza che s’ingeneri una speculazione?

Nella nostra Italia sembra essere una domanda da mille milioni di euro. Nessuno la vuole affrontare!

Forse perché il cittadino più debole non serve alla società, non ha voce, non è utile?

Anzi, forse sì, sarà utile per il numero e la ragion di cassa nella fase di spremitura ordinaria delle varie finanziarie che si succedono. Mi era sfuggito!

Non mi stancherò mai di ripetere che il nostro indirizzo è, e dovrebbe essere, il consolidamento di uno Stato sociale  che si fonda sul principio di “uguaglianza sostanziale“, da cui deriva la finalità di ridurre le disuguaglianze sociali. Mettere al bando le speculazioni, anzi, voglio essere proprio crudele, metterle in croce sulla via Appia. Uno Stato che si propone di fornire e garantire diritti e servizi sociali, quali: Assistenza sanitaria; Pubblica istruzione; Indennità di disoccupazione, sussidi familiari, in caso di accertato stato di povertà o bisogno; Previdenza sociale (assistenza d’invalidità e di vecchiaia); Accesso alle risorse culturali (biblioteche, musei, tempo libero); Difesa dell’ambiente naturale.

È così grottesco e innaturale parlare proprio della garanzia per diritto naturale?

Ma se le nostre classi dirigenti politiche non sono in grado di garantirle o perorarle, chi ci potrà mai rappresentare?

I colori non mi fanno più sognare, l’uomo è uomo anche sotto la maglia arancione, verde o gialla. Bisogna solo saperlo individuare, e se al momento non c’è, per vari giochi di partiti potrei dire solo una cosa: famiglie, popolo, alzate la voce!

Adriano Nicosia

Deboli, ricchi & sanitàultima modifica: 2012-12-06T11:08:00+01:00da percorsisicilia
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