Monti e il grande imbroglio

Monti e il grande imbroglio.jpgVi parlerò del Professor  Monti, disarcionato dal cavaliere.

Il nostro premier s’insediò  giurando che avrebbe eseguito un solo mandato. Oggi, esternandolo incautamente, non vuole più lasciarlo e desidera presentare una sua lista alle prossime politiche. A richiamarlo nei ranghi è il suo protettore Giorgio Napolitano che gli ricorda di non potersi candidare come se si “sporcasse”. A quanto pare Monti sarebbe disposto a tutto pur di restare seduto in una delle poltrone di rango. Sembra che ci siano degli autorevoli sostenitori non inquadrabili certamente in Casini e Fini anzi, forse, essi non si rendono conto di chi ci stia veramente dietro. Il Dottore delle tasse è sostenuto da Giorgio Napolitano che addirittura lo vorrebbe al Colle, come suo successore; è apertamente sostenuto dall’Europa e dalle banche ma non certamente dal consenso elettorale italiano che addirittura lo vedrebbe come un flop.

Allora perché tanta spinta verso questo personaggio che si vuole per forza nella sala comando della nave Italia, pure senza consenso elettorale? Perché bypassare la sovranità popolare che già, è risaputo dai sondaggi,  non lo gradisce? Sarà uno scippo ai danni della volontà popolare?

Proviamo ad analizzare il perché di tutte queste garanzie a un Professore fino a poco tempo fa sconosciuto agli italiani.

Qualche idea mi è venuta leggendo degli appunti riportati da un resoconto di Dagospia.

 Il 14 novembre il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, volava nella capitale britannica per una cena di beneficenza. Al tavolo c’erano i gotha dell’alta finanza londinese che chiedevano informazioni “fresche” sullo stato di salute dell’Italia  prossima alle elezioni politiche e, quindi, a un probabile cambio di governo.

Grilli, secondo il resoconto, rispose: <<Probabilmente chiederemo lo stato di crisi prima di aprile>>.

Monti, da sempre, ha lasciato intuire che alle ripetute e “generose” offerte di sostegno economico dell’UE ripeteva: <<Non chiederemo aiuto fino a quando non ne avremo bisogno>>.  Era quasi un diktat per incanalare nella mentalità italiana un accettazione di aiuto programmata. Monti era pronto a dichiarare lo stato di crisi; l’ultimo passo di un governo tecnico, che ci ha imposto l’Europa, potrebbe essere quello di commissariare l’Italia proprio per quella richiesta.

A cosa sono servite allora l’austerity e le manovre imposte dal Vecchio Continente?

Forse tutto torna!  La richiesta dello stato di crisi e l’intervento dell’Europa in prossimità delle elezioni permetterebbero al governo Monti di negoziare e definire le condizioni economiche che L’Italia dovrà rispettare per i prossimi 20 anni, a prescindere dal colore del governo. Monti, con un ultimo assalto,  potrebbe consegnare il Paese alle autorità europee e vincolare i prossimi governi a seguire la “linea” dell’austerity improntata solo sul rigore e sulle tasse per gli italiani.

Chiara e significativa è la frase di Giuseppe Mussari, presidente dell’Abi, per il controllo sulle banche a gennaio che dovranno fare gli emissari d’Europa: << Se questo è un percorso per inventarsi un nuovo cataclisma, abbiamo tempo per prepararci>>. Mussari teme che l’arrivo dei tecnici del Fmi serva soltanto ad acquisire dati sulle banche e sui loro crediti, per poi bollare il sistema come instabile o insostenibile e, di fatto, limitare ulteriormente la nostra sovranità.

Il cerchio si chiude! Questo è un ultimo atto del governo che vuole spianare la strada al commissariamento dell’Italia a favore di quell’Europa che lo ha voluto portare a Palazzo Chigi.

Il giornale tedesco Suddeutsche Zeitung  apre mettendo il volto di Berlusconi nella tazza del water, un chiaro e palese messaggio di parte.

La mossa del cavaliere ha mandato in soffitta tutto il loro programma. In coscienza o senza? Non saprei… ma è certamente grave l’intromissione di poteri forti ed esteri per condizionare la volontà popolare italiana, la sovranità popolare.

Adriano Nicosia

Monti e il grande imbroglioultima modifica: 2012-12-10T21:38:00+01:00da percorsisicilia
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