Le banche e la politica hanno perso le loro funzioni

Banca.jpgMiliardi di euro vanno in fumo e non c’è mai un responsabile. I soldi degli imprenditori italiani che avevano investito con l’idea di poter poi spostare i profitti nel mercato del lavoro per tirar su imprese e creare occupazione quasi non ci sono più. I manager responsabili di queste operazioni, perdenti e pericolose, sono stati tutti promossi e saldati con stipendi multi milionari, cifre da capogiro.
Così non si va da nessuna parte.
Finché le banche facevano il lavoro di “banche” andava bene, ma da quando hanno deciso di fare finanza hanno perso la testa. Partecipazioni, fusioni, investimenti a pioggia inutili e perdenti, con l’unico fine di agguantare soldi facili e veloci invece che produrre impresa, con l’unico risultato di ottenere perdite colossali mentre i manager si beccavano bonus di uscita per diverse decine di milioni di euro. Le banche italiane hanno smarrito la bussola e non fanno più il loro mestiere. Addirittura siamo arrivati al paradosso. Si fanno prestare i soldi, a un tasso più che agevolato dalla Bce, circa lo 0.66, e comprano titoli di Stato al ghiotto tasso del 6%, un’operazione conveniente no? Molto fruttifera e speculativa. Quale sarà mai l’interesse a prestare soldi all’imprenditoria? Un interesse più che nullo. Dovrebbero farlo a un tasso minore e subendo il rischio d’impresa. Chi glielo farebbe fare? Lo Stato? Non ha neanche la forza di imporre a se stesso!
Oggi le banche si possono permettere il lusso, anzi lo stralusso, di sbatterti la porta in faccia e non avere l’interesse a prestarti nessuna somma anche a fronte di cospicue garanzie. Non si punta più sull’impresa e neanche sul privato.
Oggi arriva il monito di Mario Draghi alle banche. Il governatore della Banca centrale europea ha dichiarato, in un discorso ad Amsterdam, che se gli istituti di credito non prestano soldi a tassi ragionevoli le conseguenze saranno gravi. Avrà scoperto l’acqua calda. “Se in alcuni Paesi non prestano a tassi ragionevoli le conseguenze per l’economia sono gravi”
A pagare di più per questa situazione sono le piccole e medie imprese laddove sono il tessuto produttivo prevalente in sistemi economici come quello italiano. È particolarmente sconcertante, sottolinea ancora Draghi, che le pmi soffrano più delle grandi aziende dato che fanno i tre quarti dell’occupazione”. Poi aggiunge: “la Bce non può e non vuole sovvenzionare banche insolventi”. Ed era ora, dico io!
Le banche dovrebbero tornare a far le banche, finanziando e credendo nello spirito dell’iniziativa privata capace di crear lavoro e ricchezza per una nazione. La funzione della banca non è meramente speculativa ma di fondamento anche e soprattutto sociale. Far nascere, crescere e sviluppare un’impresa, assisterla e farla diventare forte significa arricchire un territorio, le persone, incrementare esperienza e sviluppo. Ma chi è preposto e ha il potere e le armi per l’applicazione di tutto ciò? La politica… già, sempre la politica.
È giusto che la politica abbia queste funzioni, deve fissare le regole, deve essere forte, degna e di buon senso. Bisognerebbe trovare un punto di equilibrio, giusto ed equo. Economia e politica, nessuno dovrebbe prevalere sull’altro, nessuno dovrebbe spezzarsi sotto il giogo dell’altro, ma sostenersi in armonia al servizio dell’uomo. In quest’era forse è utopia.

Adriano Nicosia

Le banche e la politica hanno perso le loro funzioniultima modifica: 2013-04-15T08:33:00+02:00da percorsisicilia
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