Attenti a tosar le pecore…

iddio_arrabbiato.jpg“Scusateci, ma eravamo su un precipizio”. Era l’anno 1992, tangentopoli era scoppiata, e con queste parole di scuse, Giuliano Amato comunicava la manovra tampone di 30 mila miliardi di lire. A distanza di vent’anni forse nulla è cambiato. Se ieri eravamo sull’orlo del precipizio, oggi abbiamo fatto un passo in avanti. La storia non c’insegna proprio niente. Vent’anni di sacrifici, manovre e manovrine, che non sono serviti proprio a nulla.

Chiedere scusa al Popolo italiano è dunque il minimo che si possa fare, anche se le scuse vanno fermamente rimandate al mittente.

Abbiamo assistito ai continui tagli alla pubblica amministrazione, anche se fatti a singhiozzo e con poco coraggio, e scopriamo ogni giorno di più quanti se ne potrebbero ancora fare, mentre Amato, sempre nell’anno 1992, di notte, preferì introdurre la mano del governo sui risparmi degli italiani sfilando la modica cifra del 6 per mille. La pioggia, o meglio grandine direi,  d’imposte allora applicate e mai rimosse, si aggiunge a quella odierna con lo stratagemma dell’una tantum per poi diventare fissa e consolidata sul bilancio dello Stato.

Non parliamo del dramma della corruzione. Ogni giorno ascoltiamo e assistiamo a notizie di cronaca riguardanti funzionari pubblici che si danno molto da fare per integrare il loro stipendio con “parcelle regalo”, che stimolino meglio il loro lavoro. Sì cari amici perché, a quanto pare, la cifra dello stipendio spetta di diritto.

La nostra è una nazione stritolata dal debito pubblico, dalla pesantezza della tasse, dall’ingessante e caina burocrazia, dalla corruzione e dalla disonestà delle classi dirigenti politiche che pensano solo a se stessi, che non riesce a ripartire.

Da vent’anni andiamo avanti con provvedimenti tampone, sempre in emergenza, e che non sono mai sufficienti.  Non viene compiuto nessun passo in avanti, sia pur piccolo, sulla via del risanamento. Vi è un prelievo fiscale consistente con un contenimento della spesa pressoché insufficiente.

Mentre i privilegi della Casta rimangono invariati, a pagare e mantenere questo pantano di vergogna è sempre ed esclusivamente il Popolo, la “massa”, come la chiama qualcuno, o le “pecore” come diminutivo utilizzato da qualche altro.

Attenzione signori, attenti a tosar le pecore, ci si può fare anche male! Non è più il tempo dei “furbi”, ma quello degli “arrabbiati”.  

Adriano Nicosia

Attenti a tosar le pecore…ultima modifica: 2013-02-06T08:33:00+01:00da percorsisicilia
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