“Siamo stufi di pagare per quello che hanno fatto i governanti e i banchieri”, questo è il leit motiv che si ascolta in mezzo ai manifestanti ad Atene.
In Italia è censura! Le notizie di Atene non arrivano, perché? I disordini non hanno mai avuto fine, anzi, la popolazione incendia le banche e tutti gli edifici che sono simbolo del potere economico e politico corrotto. La popolazione di Atene non ci sta.
Il governo greco, come se non bastasse, anche in questi giorni, si accinge a varare misure di austerity in linea ai “dettami” dell’Europa. E chi deve pagare se la popolazione non ha più un centesimo?
I cittadini greci assaltano i supermercati, senza armi e a viso scoperto. Le persone sono esasperate e affamate. Gli imprenditori agricoli si sono rifiutati di distruggere tonnellate di arance e limoni, come richiesto dall’Unione Europea che intendeva mantenere i prezzi ai livelli concordati. Hanno caricato la frutta sui camion, sono andati nelle piazze e l’hanno regalata alle persone.
È questo che succede ad Atene. Perché in Italia le notizie non arrivano? Può darsi che la campagna elettorale e le dimissioni di Benedetto XVI oscurano una tragedia di questa portata?
La situazione della Grecia è arrivata a un tale punto di degrado da poter essere considerata “tragedia umanitaria”. Ma chi paga il conto? Sempre Il Popolo! I governanti e i banchieri, fautori del disastro, con un colpo di click trasferiscono i loro capitali all’estero e li seguono acquistando un semplice biglietto aereo.
In Italia la censura continua a divenire la normalità. La notizia non è diffusa perché non si vuole che si sappia, forse per evitare che altri popoli possano pensare di protestare; forse sì, perché nelle loro menti dobbiamo solo pagare. Se il vero scenario della Grecia si sapesse anche in Europa forse i popoli potrebbero riflettere ancor di più su quello che hanno accordato i governanti disonesti: consegnare le nazioni ai banchieri e alla finanza.
Stiamo vivendo una guerra invisibile, apparentemente senza nemico. Su questo sfondo, noi faremo “la fine dei polli di Renzo”, beccarci l’un l’altro, arroccati ancora ai colori di partito e a litigare tra noi per la destra, la sinistra o il centro, non rendendoci conto che senza il reciproco aiuto ci aspetta una brutta fine comune: la pentola come per i polli.
Dopo la Grecia forse (voglio mettere forse per aggrapparmi a una speranza) è il turno di Spagna e Italia.
Noi, Italiani, vogliamo continuare a vedere le partite di champions league, sanremo, e fare la fine dei polli di Renzo?
Non è arrivato il momento di unirci per gli interessi di Popolo e chiedere a loro il conto, prima che sia troppo tardi?
Adriano Nicosia