Oggi prima fumata in Vaticano. “Quo nomine vis vocari?”

Papa.jpgOggi tutto il mondo ha occhi puntati sul Vaticano che vede riuniti i 115 cardinali chiamati a eleggere il nuovo pontefice in sostituzione del dimissionario Benedetto XVI.

Benedetto XVI, perché mai si sarà dimesso?

Vivo il concetto di cattolicesimo come idea di massima espressione di libertà e di amore dove alla base ci sta veramente l’uomo.
Pur credendo fermamente in questi concetti non ho mai risparmiato elogi o critiche al suo operato o a quello dei suoi predecessori.
Le dimissioni di Papa Benedetto XVI ci rivelano un gesto di straordinaria laicità nella chiesa; non dimentichiamoci che il Papa è anche il sovrano, il monarca,  di uno Stato che deve essere governato con sistemi pari e identici agli altri Stati.
Sicuramente la Chiesa vive un momento di difficoltà massima per i problemi conosciuti, ma voglio leggere la realtà e darmi una possibilità a cui credo fermamente.
Oggi la chiesa si deve rinnovare e rimettere al centro l’uomo con un nuovo messaggio, lontana dalle logiche dei conti, dai patrimoni e dal potere politico.
Il nuovo Papa deve essere un “uomo” che deve aver vissuto il rapporto con “l’uomo” in miseria, in condizioni difficili, un rapporto che lo lega alla reale vita quotidiana e non ai palazzi.
Avrei preferito un africano per poter dare l’opportunità al mondo di spostare l’attenzione verso quei popoli che continuiamo a far soffrire nell’indifferenza generale. Ma ho un solo dubbio! Noi europei abbiamo sempre inveito contro questi popoli, li abbiamo conquistati, sfruttati e maltrattati, se il Papa nero non fosse un “giusto” avremmo creato le fazioni religiose per razza (mia perplessità) e non ce lo possiamo permettere.
La Chiesa oggi deve dare un messaggio univoco, mondiale, a partire dai suoi palazzi, un messaggio capace di rimettere “l’uomo” al centro di tutto, facendo da guida a tutti i poteri politici del mondo.
Non può che essere un sudamericano o un padre cappuccino.

“Quo nomine vis vocari?” (Come vuoi essere chiamato?) gli chiederanno prima di ritirarsi nella  – stanza delle lacrime -, la sacrestia della cappella Sistina.

Il nome di tale luogo deriva dal fatto che – si presume – il Pontefice scoppi a piangere per la commozione e per il peso della responsabilità del ruolo che è chiamato a svolgere.

Nella speranza che sia un pianto di rinnovamento serio e veritiero i miei migliori auguri a tutta la Chiesa.

Adriano Nicosia

Oggi prima fumata in Vaticano. “Quo nomine vis vocari?”ultima modifica: 2013-03-14T09:39:00+01:00da percorsisicilia
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